Lo chiamavano telelavoro. Ma anche “eh, beata te che sei tutto il giorno a casa”.
Ok, io ho un ufficio e non sono sempre costretta a lavorare da casa. Quindi ho la possibilità di parlare/sparlare con i colleghi, fare le pause caffè nella saletta relax, avere gente di fronte alla scrivania anziché il mio quadretto con su scritto Keep calm & Carry on (che presto sostituirò con un wall sticker, sì ci sono ancora lavori in corso nel mio studio), avere una sedia comoda etc.
Ma spesso, nel week end o in altre occasioni, lavorare da casa è una manna dal cielo. Tipo quando torno dal mare e posso spalmarmi sul divano con il pc sulle gambe, oppure in inverno, quando io, la tutona, la copertina di pile, il caminetto e il divano formiamo un blastocele.
Insomma, lavorare da casa ha alcuni pro e altri contro. Ho pensato di elencarli qui, di confrontarmi con voi freelance fighissimi, con degli uffici in casa meravigliosi, con l’angolo per il craft, quello per il pc, quello per i set fotografici etc. Ma poi, con tutti questi angoli, non siete pieni di lividi?
Ok, battuta infelice.
Lavorare da casa: i pro
Elasticità: Mettiamo il caso che vi svegliate con i classici crampi del ciclo a darvi il buongiorno (ok, per voi uomini facciamo finta che a darvi il buongiorno siano delle simpaticissime emorroidi, contenti?). Andare in ufficio sarebbe una tortura per voi e per la vostra produttività che toccherebbe il magma terrestre con l’unghia dell’alluce. Immaginate di poter lavorare dal letto: distesi, al caldo in inverno e al fresco d’estate, in una posizione che non vi fa imprecare ogni tre minuti e rilassati nonostante il piccolo e passeggero problema di salute.
In questo caso il letto/divano, vince tutto. Anche nel caso in cui non avete consegne urgenti per quella mattina e, visto che la sera prima avete fatto le ore piccole, decidete di dormire “altri cinque minuti” innescando quel meccanismo di “la sera leone di giorno… dormiglione”.
Siete genitori? Bene.
Lavorare con i bambini in casa è difficile però se siete alle strette perché magari sono ammalati o a casa da scuola e chiamare una babysitter per un lungo periodo significherebbe rinunciare a uno stipendio, lavorare da casa è il massimo. Almeno fino al momento in cui la stanza non si popolerà di tutti i santi presenti nel mese in corso.
Controllo: Essere il capo di sé stessi in alcuni casi è il massimo. Vi consente di gestire la giornata lavorativa con maggiore elasticità sugli orari e di adattarla tenendo conto degli altri impegni. Fare una to do list o un’agenda fluida, diversa giorno per giorno senza necessariamente che una somigli all’altra.
Questo è un bene per i fanatici del controllo (presente!).
Puoi decidere di uscire a correre e di riprendere quel lavoro magari a notte fonda. Fare una pausa in balcone e magari approfittare per stendere o ritirare i panni. Buttare gli ingredienti del pranzo nel boccale e accendere il pulsante di avvio del Bimby (che quello posso farlo pure io senza difficoltà).
Ok, controllo ed elasticità sono strettamente collegati. Lo so.
Praticità e risparmio (economico e di tempo): quando lavoro da casa spendo molto meno. Non vado mai a comprare cibi pronti e cucino (siamo in vena di paroloni qui eh?) sempre io, riesco a gestire meglio il mio tempo incastrando le cose da fare in casa con il lavoro, chiamo Ernesta meno volte e poi, cosa che sembra scontata ma non lo è, si risparmia sugli abiti, soprattutto in inverno. Ok, anche stando in casa cerco di darmi una parvenza di decenza senza sbandierare al mondo lo stato di decadenza che ti induce a raggiungere il lavorare da casa, ma è un dato di fatto che in casa, non ti vestirai mai come se stessi per andare in ufficio. No, neanche se hai una riunione via skype; bastano una bella maglia, una collana, i capelli in ordine e un po’ di trucco.
Lavorare da casa: contro
Stress: essere il capo di me stessa è stressante. Sono una persona esigente, capace di incazzarsi con sé stessa se non raggiunge il grado di perfezione che penso possa essere adeguato alla situazione, disordinata ma con un ordine mentale maniacale, intransigente, impulsiva e anche molto rompipalle.
Provate voi a essere i capi di una così.
Lo stress, poi, nasce anche dal fatto che, lavorare da casa comporta più ore di lavoro che in ufficio. In un giorno io ne ho contate 14. Poi ho smesso di farlo.
Non te ne accorgi a volte, il che è un bene. Ma te ne accorgi quando arrivi a poggiare una testa svuotata su un cuscino sempre troppo scomodo.
Beata te: c’ho aperto il post con questa affermazione che fanno sempre tutti. È una cosa odiosa ed è odioso che uno che si scaccola dietro lo sportello della posta e che mi fa attendere mezzora per una raccomandata sia catalogato come un lavoratore perché la mattina esce di casa, prende l’autobus o il treno e va al lavoro. Non ci sto. Ciao.
Poi ci sono quelli che “ah vabbè, ma stare tutto il giorno su Facebook sarebbe lavoro?”. Che come fai a non rispondergli: “perché guardare tutto il giorno nelle mutande della gente che lavoro è?”, che il ginecologo, in fin dei conti che lavoro fa se non esplorare le mutande? (sono ironica, se c’è un ginecologo in sala non mi odi please).
Poi c’è la variante “sono venuta a prendere un caffè, mica hai da fare?”. No, ho una call su Skype con un cliente che è in un altro continente ma gli dico di richiamare che se no mi si fredda il caffè.
Stress.
La cervicale: il fatto è che ho scelto una sedia non ergonomica semplicemente perché mi piaceva e perché mai e poi mai entrerà in casa mia una sedia da ufficio. E poi questa cosa del lavorare dal letto/divano, crea dipendenza. E anche grossi mal di testa, da cervicale appunto.
Quindi niente, pro e contro perfettamente bilanciati credo.
Per voi chi vince?
Photo credits: Unsplash (la foto non è mia perché come vi accennavo qui e come potete leggere sui social – se mi seguite – sono nuovamente in fase di restauro del mio studio. Vedremo cosa ne verrà fuori…)
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Generazione Disadattata says
Il pezzo che in molti avrebbero voluto scrivere.
Complimenti, sintesi perfetta. 😉
Angela Ercolano says
http://supermamma.mammacheblog.com/2014/07/07/come-fare-a-lavorare-da-casa/
Per me sono più i pro ma credo dipenda anche dalla situazione familiare e dalle prospettive lavorative.
Sara says
Amo essere freelance e vedrò sempre i pro 🙂 complimenti per il pezzo!