Il blog all’inizio nasce come diario on line. Poi si trasforma.
Diventa un catalizzatore che amplifica l’effetto rete del web. Ti ritrovi con una rete di contatti, follower, persone, che cresce in maniera direttamente proporzionale all’impegno e alla qualità che metti nei tuoi contenuti: che siano informativi o soggettivi, poco importa. Finché pian piano, le conferme che ti arrivano dalla crescita del tuo blog personale, ti gonfiano l’autostima e ti fanno credere di poter fare di più, di poter fare di meglio. Di andare oltre le mura di quel network che si chiude intorno al tuo blog.
Così ci pensi: proporti a un blog network o a delle testate on line ti piacerebbe, ma improvvisarsi un professionista non è mai una buona idea né un atteggiamento da professionista (seppur in erba) appunto.
Per quanto mi riguarda sono una blogger dal 2009 ma prima ho curato per alcuni anni l’amministrazione di un forum molto frequentato, ho proceduto per gradi finché non ho avuto l’occasione di collaborare con altri blog e testate. E sono state esperienze che mi hanno insegnato molto.
Quindi da dove partire per cercare di entrare a far parte dei team redazionali di blog network e testate on line?
Proporsi come webwriter o blogger: ci vuole intraprendenza e autocritica
Quanti bravi blogger conoscete? Sicuramente molti.
Per quanto anche voi siate bravi, aspettare che qualcuno venga ad offrirvi la possibilità di scrivere per un magazine on line è una perdita di tempo inestimabile. Senza contare che nell’attesa, qualcuno più intraprendente abbia potuto proporsi al posto vostro. Quindi prendete il coraggio a due mani, schiaffeggiatelo, gonfiatevi di autostima e, pancia in dentro e petto in fuori, costruitevi la vostra occasione. Ma prima… un passo indietro.
Parliamo di autocritica. Guardate il vostro curriculum, quello su Europass o, ancora meglio, il vostro profilo Linkedin. Obiettivamente e non con l’occhio dell’amore, come siete messi? Voi, vi dareste una possibilità? Se sì, perché?
Non fate i furbi eh? Rispondetevi con molta, molta sincerità.
Guardate tra le vostre competenze, quali mancanze ci sono? SEO, social engagement, editing, CMS (WordPress, Sitecore, CMS proprietari), copyright sulle foto, tecniche di scrittura, analisi di testo, spam, netiquette. Cosa vi manca?
Studiate. Mettetevi in contatto con persone che ne sanno più di voi, che hanno più esperienza e “rubate” i segreti dell’arte del blogging.
Dopo aver studiato e dopo che vi sentite pronti (sul serio e senza improvvisazioni), avete scelto qual è il magazine a cui vorreste proporvi? Ora guardate attentamente le varie aree tematiche e cercate di capire in quale argomento siete più ferrati. Una volta fatto scrivete un pezzo demo da mandare insieme al curriculum. E incrociate le dita.
Beh si, è vero, in questi casi la fortuna conta anche poco, servono le competenze, la voglia di fare, di lavorare duro e la passione per studiare e aggiornarsi continuamente.
Una volta inviata la mail con il curriculum mettete al bando l’impazienza: dimenticatene e aspettate pazientemente una risposta. Lo so, è la parte più difficile.
Brand reputation
Dal momento in cui decidete di fare i blogger e soprattutto, dal momento in cui decidete che vorreste farlo per lavoro, il vostro nome e cognome non è solo l’appellativo che i vostri genitori vi hanno lasciato in eredità ma diventa il vostro marchio. Maneggiatelo con cura.
Appena un addetto alle risorse umane riceverà il vostro curriculum, la prima cosa che farà prima ancora di finire di leggerlo, sarà googlare il vostro nome e cercarvi sui social network? Voi non lo fareste? Io lo faccio sempre.
Le foto, gli status, le discussioni a cui partecipate parlano di voi. Evitate di partecipare o accendere flame, evitate di presentarvi come persone negative e lamentose, seguite sempre e comunque la netiquette.
Il vostro nome e il vostro network devono essere un valore aggiunto per chi vi darà un lavoro. Se il vostro network è debole, ha pochi contatti e la vostra brand reputation non è delle migliori, cosa ne guadagnerebbe il magazine ad aggiungervi nel team editoriale? Nulla, anzi potrebbe perdere di credibilità.
Curare la brand reputation significa fare in modo che la vostra fama preceda il vostro nome.
Cosa potete fare per quel magazine?
Programmate la giornata. Anche se imparate a dormire sei ore a notte, la giornata rimane di ventiquattro ore e in quelle diciotto che vi restano dovete pur mangiare, riposarvi random e calcolare l’imprevisto. Ah sì, dovete anche farvi la doccia e fare la pipì.
Un post per essere di qualità deve essere ben scritto, prevedere una breve scaletta di stesura, la ricerca, una bozza, la revisione, l’editing, la ricerca e/o lo scatto delle foto. Non potete fare tutto in dieci minuti. O meglio, potete ma non otterrete un post di qualità. Pertanto calibrate bene l’offerta da fare al magazine: meglio un post in meno ma senza sacrificare la qualità.
Ricapitolando
1. fate un esame obiettivo della vostra figura professionale
2. studiate e aggiornatevi costantemente
3. fate un esame obiettivo della vostra figura professionale
4. preparate un curriculum dettagliato e un pezzo demo che funga da biglietto da visita
5. curate la brand reputation
6. siate intraprendenti
Siete pronti per volare verso l’infinito e oltre?
Post Footer automatically generated by wp-posturl plugin for wordpress.
uesciva says
Questo è quello che si chiama un post prezioso! quoto, sottoscrivo e ringrazio!
Mamme come me (@DanielaCapaldo) says
Grazie per i tuoi preziosi consigli !
Letizia says
Io ho felicemente spammato il tuo post sul mio profilo. Il punto in cui sottolinei che bisognerebbe maneggiare con cura il nostro nome è da appiccicare sul pc, giusto per non dimenticarlo mai. Gli autogol sono sempre in agguato, basta sapersi perdonare. Se non sono proprio gravi 🙂
Mimma Zizzo says
bravissima. Sono d’accordo. Non so se ne farò mai una professione, per ora è un gran esercizio. Ma la penso come te. Mai improvvisarsi e tu dai un sacco di indicazioni giuste. Grazie davvero
fioly says
mmh, mi sa che pronta non sono. però questo post è stimolate e interessante: grazie!
Me lo tengo da parte per quando sarà il momento 😉
Riccardo Esposito says
Io credo che per un webwriter il miglior curriculum sia il proprio blog. Scrivi tanto, scrivi bene, allenati ogni giorno e scrivi sempre grandi contenuti: tutto questo servirà per trovare nuovi clienti, per intercettare chi ha bisogno di te. Ma soprattutto farà da curriculum.
FlaviaTTV says
Brava Serena. Solo che il tuo profilo non finisce in mano alle risorse umane…non direi, se va bene lo vede il ragazzetto di un’agenzia di comunicazione e poi il suo supervisor più esperto, o altre figure editoriali che conosco meno. Se apri loro nuovi mondi, nuove possibilità, fai centro. Poi guardiamo anche l’altra faccia della medaglia: quante volte invece di proporvi voi, ricevete proposte da qualcuno (indecenti, e va bene) che cercano collaborazioni editoriali (a gratis? da vedere, mica sempre) e le si sbatte su facebook con ludibrio? ecco, invece di fare questo magari rispondere gentili e proporre nuove cose, nuove, nuove… non se le immaginano! 9 su 10 otterrai zero risposte, ma magari una volta trovi anche un interlocutore valido. provarci SEMPRE. Ultimamente: volevo prendere contatto (non per proporre collaborazione, ma per offrire un chiarimento su un progetto) con una blogger, e nel suo blog ho trovato post su post di rabbia contro il mondo, lamenti sul lavoro, acidità e cattiverie che manco i concorrenti di masterchef tra di loro. In questi casi via via, chiudere e scappare via.