Facebook ha conquistato il mondo. Il problema è che nello stesso mondo ci sono persone che lo usano correttamente e altre che lo usano senza cura. Certo, come tutte le cose, direte voi. E qui un bel “signora mia…” ci casca a pennello.
Quello che però voi dovete capire è: da che parte state? Da chi usa questo social network come una giungla senza regole o da chi le regole le conosce, le rispetta e cerca di trarre da Facebook anche qualche vantaggio nella costruzione delle relazioni. Ché diciamocelo, le relazioni non si costruiscono solo con uno scopo complicato, a volte semplicemente ci piace circondarci di persone con cui stiamo bene. On e off line.
Ora, oltre a vedere Facebook come una carrambata che riunisce voi e l’amico sfigato del liceo che nel frattempo è diventato un manager di successo o un parente lontano o ancora un ex fidanzato che potrebbe trasformarsi in un ritorno di fiamma, cercate di vederlo con un microcosmo fatto di persone (e non di avatar) in cui se vengono rispettate alcune semplici regole che la netiquette ci insegna come fondamentali, siamo tutti più belli e senza rughe d’espressione.
Quindi se ultimamente su Facebook notate un certo astio verso di voi da parte di più contatti (amici è un parolone) leggete con calma questo post e fate una specie di esame di coscienza.
Oppure se improvvisamente dentro di voi è sbocciato un incontrollato odio verso qualcuno che è diventato il rompiscatole del Villaggio Globale, passategli questo link. Non è la Bibbia, ma secondo me vi basterà evitare questi dieci errori più comuni per assicurarvi una vita social serena.
1. E poi ti taggo
C’è questo meccanismo diabolico di Facebook per il quale potete taggare in una foto chiunque, indipendentemente dalla sua volontà. Ma è inutile dire quanto sia meglio evitare di taggare i vostri amici a casaccio. Se in una foto taggate millemila persone, quella foto andrà a finire su millemila bacheche. In due parole: state facendo spamming.
E comunque, per i tag esistono anche altre regole. La principale, prima di fare un tag è: domandatevi «se fossi al posto di XX, mi piacerebbe essere taggato in questa foto in cui sono al mare con il perizoma leopardato a farmi bombardare di raggi ultravioletti unto come un calamaro da friggere?». Secondo me se cominciate a farvi questa domanda ridurrete del 60% le foto con i tag.
2. Diventiamo amici?
Vi ricordate quando abbiamo parlato delle richieste di collegamento su Linkedin? Devo essere sempre accompagnate da due righi di presentazione personalizzata. Si tratta di buona educazione. Non ho mai visto nessuno dare la mano per presentarsi a un altro senza parlare.
Quindi: trovate le differenze. Io non ne vedo.
3. La telecronaca
La vostra vita è indubbiamente interessante. Ne sono sicurissima. Per questo non occorre che stiate lì a fare la telecronaca minuto per minuto di tutte le azioni che compongono la vostra giornata. Incluse le visite al WC.
Siate presenti, ma interessanti.
4. Sei un OGM o un umano?
Forse proprio questa è una delle cose che odio di più: gli avatar senza faccia. Ma io, quando scrivo sulla vostra bacheca, con chi diavolo sto parlando?
Con la faccia di un cartone animato, con la foto di voi due piccioncini che vi baciate e quindi non so se usare il maschile o il femminile (il dramma dei profili di coppia: non siete bisessuati, staccatevi), con dei piedi anonimi…e potrei andare avanti per ore.
La faccia, si chiama faccialibro, dovete metterci la faccia.
5. Let’s have a party
Wow, che bello che siate stati invitati a un sacco di eventi. Avete l’agenda di Facebook intasata. Tanto da dover selezionare bene gli eventi a cui partecipate.
Ecco, non preoccupatevi, gli eventi si sottopongono a una selezione naturale suicidandosi. Insomma, chi deve spiegare a quelli che creano gli eventi che va messa attenzione e non si spediscono gli inviti ad minchiam?
Se l’evento riguarda un pomeriggio a Milano, ma che invitate a fare la Zia Pina che sta in Sicilia e c’ha pure paura degli aerei?
6. Give me… like
Questa categoria non la capirò mai. Sono quelli che aspettano ardentemente che voi accettiate loro la richiesta di amicizia per potervi invitare – più veloce della luce – a dare il like alla loro Facebook page.
O la declinazione potrebbe essere la richiesta di un gioco o un messaggio privato per invitarvi a votarli in un contest con tre partecipanti. La favorita dei tre è la Zia Pina.
7. Tutto resta
Ok, avete passato una serata magnifica, vi siete travestiti da suora in reggicalze e la festa di carnevale è stata un successone. Ma è proprio necessario postare quelle foto su Facebook dove la rete le inghiottirà per sempre senza mai digerirle?
Lasciate che siano gli altri a rovinarsi la reputazione: non caricate foto di voi stessi di cui potrete pentirvi in futuro. E qui ritorna a bomba il punto 1. con la storia dei tag: evitate di essere gli artefici della macchia sulla reputazione candida dei vostro amici. Non taggateli in foto che definiremmo “poco professionali”.
8. You really like this?
Dare il like a una pagina significa raccontare qualcosa di voi: i gusti alimentari, musicali, l’orientamento politico o religioso etc.
E se vi scappasse un like su una pagina che già dal nome, oltre che per i contenuti, risulta politically uncorrect?
Pensateci bene: prima di cedere alla tentazione delle inserzioni sponsorizzate domandatevi se questo può o meno influenzare la vostra sfera professionale.
9. Non urlare
Non scrivete in maiuscolo. Scrivere in maiuscolo in rete equivale a urlare, e urlare è da maleducati. Ma poi è talmente irritante vedere i post scritti tutti in maiuscolo che anche solo per una questione meramente estetica, non vi viene da spaccare lo schermo? ecco.
10. La chat: una conversazione reale
Sarò breve: non dite mai in chat qualcosa che non direste di persona. Chiaro no?
Voi quali comportamenti non sopportate su Facebook?
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mammeneldeserto says
Hai elencato tutto, ma proprio tutto!
Grazie
Cristina says
Molto interessante e condivido tutto. Poi tra l’altro quando leggo questi post, che appunto trovo utilissimi, mi viene spontaneo fare un esame di coscienza… Seguo davvero ciò che penso sia corretto? Perchè a volte capita che si scivoli proprio come accade per strada e quando si scivola non è mai bello. Quando ho aperto il gruppo sulla scuola per esempio non sapevo bene come funzionasse la cosa. Sono stata superficiale e così mi è successo di includere nel gruppo gente che in effetti non lo aveva richiesto, solo perchè era fra i miei amici. La cosa mi ha insegnato che prima di muovere un passo è bene verificare se la strada è sicura o se vi sia una buca pronta a farci rotolare rovinosamente.
firmatocarla says
Non ho fb. Punto. Ancora non mi sono decisa. Per una serie di motivi, uno dei quali il lavoro. Ma ci sto pensando, quindi ti ringrazio per questi punti chiarissimi 🙂