Quando si parla di blogging sembra che gli argomenti da trattare non finiscano mai. E forse a me piace proprio per questo, si continua a imparare sempre e da chiunque. Esiste chi ne sa più di te ma anche e soprattutto esiste chi sa cose diverse da te e scambiarsi le informazioni è alla base della costruzione del proprio network personale e professionale (trovate le differenze).
Io personalmente uso un metodo lungo e un po’ contorto per scrivere un post. O meglio, per la preparazione di un post.
Fare la blogger è come avere sempre il ciclo solo più volte al giorno: vivi in tre fasi che somigliano appunto a quelle mestruali. Ideazione, preparazione, pubblicazione.
Scrivere un post e cliccare su “pubblica” non sono neanche la metà di tutto il processo. Dovrei partire da come creare un post, o da come io creo un post ma preferisco partire dalla fine perché potreste avere dei metodi ben diversi che alla fine vi portano comunque a bei risultati in termini di contenuto.
Ci sono alcune cose però, che dovete fare e altre da tenere in considerazione prima di cliccare su pubblica.
Siccome a volte può essere facile dimenticare tutto quello che sarebbe bene fare, ho creato questa check list che ho sempre di fronte al pc. Ormai la conosco a memoria ma prima di cliccare su pubblica, appunto, gli do sempre un’occhiatina veloce.
1 . Il post include un’immagine che sia Pinnabile?
Le immagini sono una delle parti più importanti di ogni post. Ne abbiamo già parlato no? Ogni post dovrebbe contenere un’immagine; una bella immagine che possa essere facilmente condivisa su Pinterest e che comunichi quello che contiene il post a cui è collegata. Per questo, se l’immagine non riesce a esprimere da sé quello che volete, è possibile aiutarvi aggiungendo un titolo.
2 . Il titolo è sia SEO- friendly che human-friendly?
Il titolo del tuo post dovrebbe essere scritto per piacere ai motori di ricerca ma senza tradire le persone.
Alcune volte vedo dei titoli molto divertenti: citazioni, belle frasi a caso. Appealing ma che non c’entrano con il contenuto pubblicato. Se si tratta di un post stile diario il discorso vale poco ma se si tratta di post di carattere informativo il titolo deve essere quanto più fedele possibile al contenuto.
Ovviamente se scrivete su un blog è perché volete che altre persone vi leggano, altrimenti scrivereste su quel diario segreto con la chiave che avete trovato in omaggio con Cioè quando avevate 16 anni. Per questo quando scrivete un titolo pensate “io come cercherei quest’informazione su Google”?
La risposta è il titolo del vostro post.
3 . La keyword che avete scelto per il post, è presente almeno due volte nel corpo del testo?
Diciamo no al keyword stuffing soprattutto se desiderate che il testo possa essere il più naturale possibile , ma ritorniamo al discorso del diario segreto. Se possibile, indicate la parola chiave nelle prime frasi del post e di nuovo verso la fine.
4 . Avete incluso dei link interni?
Sempre in un’ottica di naturalezza, se risulta possibile provate ad aggiungere un paio di link ad altri post pertinenti. Mi raccomando: ancorate i link a testi brevi e anch’essi SEO friendly. La parola selezionata a cui ancorerete il link, dovrebbe essere possibilmente una keyword.
5 . Avete fatto il test di tutti i link (sia interni che esterni)?
Abbiamo detto che includere dei link all’interno di un post è sempre un bene, soprattutto se si tratta di link interni. Prima di pubblicare avete verificato che questi link non siano rotto e che funzionino? I broken link sono il male.
6 . Nofollow per i link esterni (ma valutate)
L’altra mattina Larry e Sergey si sono svegliati male e hanno deciso che Google penalizzerà pesantemente chi ha molti link dofollow in uscita soprattutto se sponsorizzati.
Come risolvere? Non serve dare di default il nofollow a tutti i link in uscita ma se si tratta di un link sponsorizzato (anche quelli di affiliazione Amazon, ad esempio) o un collegamento che punta a un sito poco attendibile, dovrebbero essere nofollow.
7 . La call to action
Avete un bel po’ di visite ma i commenti non sono molti.
La cosa è abbastanza normale: le discussioni si sono spostate sui social network. Ma se vuoi comunque provare a intavolare una discussione tra i commenti del post, ahi bisogno di una call to action.
Come? Fai una domanda ai tuoi lettori. Io non lo faccio sempre, dipende dal tipo di post. Quando lo faccio non è solo una call to action in senso stretto, ma è realmente una richiesta di scambio di opinioni in merito a quell’argomento preciso.
8. L’anteprima
Leggi, rileggi e lascia sedimentare almeno un giorno. Poi rileggi ancora, correggi anche i refusi e visualizza il post in anteprima per guardarvelo con gli occhi da utente. Serve molto.
9 . Titoli e tag ALT alle immagini
L’aggiunta di queste informazioni (titoli e tag alt) aiuta il post a essere trovato e farlo comparire tra i risultati della ricerca delle immagini. Il testo alt inoltre, appare anche come la didascalia su Pinterest quando viene pinnata un’immagine.
Molto meglio un titolo di senso compiuto al posto di un ‘IMG_20140324 ‘.
10 . Il Check SEO
Parleremo presto dei plugin che secondo me sono indispensabili su WordPress. Uno di questi per me è WordPress SEO By Yoast. Ne ho provati un paio ma questo lo trovo il migliore perché alla fine della redazione del post ti consente di fare un check e nonostante il plugin ti dia l’ok alla pubblicazione (pallino verde) c’è una pagina di analisi del post con dei suggerimenti utilissimi dal punto di vista SEO.
Se volete scaricare la check list potete farlo cliccando qui >>
Check list le 10 cose da fare prima di cliccare su pubblica
Voi fate anche altri controlli o non ne fate nessuno?
Post Footer automatically generated by wp-posturl plugin for wordpress.
uesciva says
“Quando si parla di blogging sembra che gli argomenti da trattare non finiscano mai.” No non è che SEMBRA, è proprio così, non finiscono mai!! 😉 buon lunedì!
Federica MammaMoglieDonna says
Molto carino questo post, grazie e bellissima la grafica!
Ho una domanda. Come si fa a mettere nofollow i link di affiliazione amazon che di solito hanno un codice preimpostato da Amazon appunto?
Serena says
Devi modificare il codice aggiungendo il nofollow manualmente come se lo stessi facendo per un link qualsiasi. Dipende comunque dalla quantità di link di affiliazione.
Federica MammaMoglieDonna says
Serena il codice che mi passa Amazon non è esplicito, non riesco a capire dove va il nofollow…
Serena says
Federica, mandami mail 😉
Vita da Papà says
Grazie per il vademecum! Al punto 8 hai inserito il refuso apposta vero? 😉
Serena says
😛
Sara Stellegemelle says
link dofollow e link nofollow non ci ho capito molto 🙁
per il resto…così così…
Francesca says
Sempre interessanti i tuoi post sul blogging ,stamperò la tua lista e me la studierò a memoria, da ripetere tipo mantra più volte al giorno!
alessandracatania21 says
Ciao, per il Seo, è molto meglio AllinOne Seo, piuttosto che Yoast, continuamente aggiornato e, per quelli che vogliono il massimo, anche nella versione Premium!
Serena says
Ho provato anche All in One SEO ma preferisco e trovo molto più performante Yoast. Forse proprio perché aggiornato costantemente ai cambiamenti degli algoritmi?
francesca says
quindi hai chiuso il post con una domanda per la call to action al punto 7?
in effetti avevo notato che più di qualcuno chiude i post con una domanda, è facile pensare che il motivo sia questo. Però non mi piace. cioè, sa proprio di “ci metto una domanda cosi guadagno qualche commento in più” che è un po come chiedere i like. Non sono una blogger, lo dico da utente, no, non mi piace.
Serena says
Non tutti i miei post si chiudono con una domanda. Non è per “chiedere” commenti ma per stimolare una discussione che quasi sempre parte da una domanda.
Io non la vedo come una “tattica” ma più che altro come uno scambio di idee.
francesca says
si, ok, ma secondo me ha lo stesso il sapore di una tattica. Poi, questo post ad esempio, su 431 visite, ci sono solo 8 commenti che non siano tuoi. Non sembra funzonare molto sto stimolo di discussione.
Serena says
Infatti, come dicevo, le discussioni sui blog sono diminuite, si parla più sui social in generale.
francesca says
guarda, se posso permettermi, ti suggerirei di fare qualcosa per quel “follow” in basso a destra: sui telefoni android (sugli altri non so) è un impiccio, copre la maggior parte dello schermo e ostacola la lettura. Se quel follow mi impedisce di leggere i tuoi post sarà ben difficile che io decida di seguirti. Forse è controproducente.
Serena says
Certo che puoi! Anzi grazie 😉
Il pulsante “follow” puoi abbassarlo e diventa piccolissimo. In ogni caso sto lavorando al template da mobile.
Grazie ancora per il suggerimento
WordPress Web Design Manchester says
Un altro articolo interessante anche se ora le cose sono un po cambiate, ad esempio il mio suggerimento e di utilizzare non una singola keyword ma almeno due per post e di usare le varianti della stessa all’interno del post.
Non esiste per me un numero specifico di volte valido per tutti i post, metti ad esempio che il post e di circa 500 parole ed un altro di 2000, sto esagerando ovviamente, se usi due volte la keywornd nel primo va bene, io la ripeterei almeno 4-6 volte nel secondo, ha senso o no per te?
Serena says
Sì concordo! Ovviamente le regole, nel web, cambiano alla velocità della luce. In ogni caso il senso è quello di riflettere prima di cliccare su Pubblica e i tuoi sono suggerimenti utilissimi!